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AZIENDE E STAKEHOLDER RICONFERMANO LA FIDUCIA A NME: LA SECONDA EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE CENTRO DEL DIBATTITO SULLA MOBILITÀ COLLETTIVA GREEN

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Crisi nel trasporto pubblico: carenza di autisti e risorse insufficienti
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Servono circa 5.000 nuovi autisti, ma i costi e le lunghe tempistiche per le patenti professionali scoraggiano i giovani. Inoltre, le risorse del fondo nazionale trasporti sono insufficienti.

Il settore del trasporto pubblico in Italia sta attraversando una crisi allarmante, con due problematiche principali al centro dell’attenzione: la carenza di autisti e le risorse del fondo nazionale trasporti. Questi fattori minacciano non solo l’efficienza, ma anche la regolarità del servizio. Attualmente, il Paese ha bisogno di circa 5.000 autisti per far fronte alla domanda di servizi di trasporto pubblico, con carenze critiche nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli, ma anche in diverse regioni del nord e del sud. L'ANAV (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori) mette in evidenza un dato preoccupante: l’età media degli autisti si attesta intorno ai 54 anni, il che significa che molti conducenti sono prossimi alla pensione. La scarsità di giovani pronti a sostituirli aggrava la situazione. Le ragioni di questo disinteresse tra i giovani sono molteplici. Da un lato, le condizioni lavorative sono spesso percepite come poco attrattive. Dall'altro, i costi per ottenere le patenti professionali (D e CQC) sono elevati e possono superare i 3.000 euro, rendendo la professione meno accessibile. Inoltre, i lunghi tempi necessari per completare il percorso formativo scoraggiano ulteriormente i potenziali nuovi autisti.

Parallelamente a questa crisi di personale, un'altra problematica critica emerge: le risorse del fondo nazionale trasporti. Le associazioni di categoria, tra cui Agens, Anav e Asstra, hanno espresso preoccupazione per la misura di 120 milioni di euro prevista dall’art. 97 del disegno di legge di bilancio per il 2025. Sebbene questa cifra possa sembrare un passo nella giusta direzione, è ben lontana dall’essere sufficiente.

Le associazioni sottolineano che la dotazione del fondo ha subito, a causa dell’inflazione degli ultimi anni, una perdita reale di circa 800 milioni di euro all’anno. Inoltre, le riduzioni dei ricavi del traffico a seguito della pandemia hanno aggravato ulteriormente la situazione. La misura proposta dal governo interviene solo marginalmente e non in modo strutturale per affrontare il deficit del fondo nazionale. È quindi fondamentale che, durante l’approvazione parlamentare, la dotazione per il trasporto pubblico locale sia aumentata in modo significativo e reso stabile nel tempo. Questo è cruciale non solo per alleviare i problemi delle diverse regioni, ma anche per affrontare il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per gli autoferrotranvieri. Le organizzazioni sindacali hanno già avanzato richieste economiche stimate in ulteriori 900 milioni di euro all’anno.