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MEZZI, SOLUZIONI E TECNOLOGIE PER UNA MOBILITA’ COLLETTIVA GREEN: NME TORNA A FIERA MILANO

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MEZZI, SOLUZIONI E TECNOLOGIE PER UNA MOBILITA’ COLLETTIVA GREEN: NME TORNA A FIERA MILANO

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Professor Pierluigi Coppola (Politecnico), l’innovazione è l’unico driver per il rilancio del settore
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Mancano circa sei mesi all’apertura dei cancelli di Next Mobility Exhibition (8-10 maggio 2024) e la macchina organizzativa è da tempo al lavoro per preparare un programma di alto spessore. Abbiamo incontrato il Professor Pierluigi Coppola, che presiede il Comitato Tecnico Scientifico di NME, che ci ha delineato la piattaforma su cui costruire il palinsesto dell’edizione del 2024

 

Professore, l’edizione del NME 2022 si è aperta con uno studio realizzato da lei e dal suo staff su un tema particolarmente sfidante “Come riattivare la domanda del Tpl?”. In questo senso anche i sistemi IT e nel particolare il MAAS possono essere di aiuto. Come si posizione l’Italia in questo contesto? Si sono fatti passi in avanti in questo ultimo anno?

«Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) possono giocare un ruolo fondamentale nel miglioramento dei servizi di trasporto pubblico. Attraverso l'implementazione di soluzioni innovative, infatti, l’offerta di trasporto pubblico può diventare più efficiente, accessibile e conveniente per i cittadini favorendo lo shift modale, riducendo la dipendenza dalle auto e l’inquinamento nelle città».

 

Ma quali sono queste piattaforme?

«Un esempio molto attuale è rappresentato dalle piattaforme Mobility-as-a-Service (MaaS) che sono piattaforme digitali accessibili attraverso lo smartphone, che consentono alle persone di ricevere informazioni sulle soluzioni di viaggio migliori (trip planner) da origine a destinazione, ma anche di prenotare e pagare i titoli di viaggio delle varie tratte dello spostamento, ad esempio la bicicletta in sharing e la metropolitana, oppure il taxi e il treno in un’unica transazione, rivolgendosi a un unico operatore, il cosiddetto Maas Operator».

 

Parliamo del Centro Nazionale mobilità sostenibile. Un soggetto costituito da 49 soggetti partecipanti che includono 25 Atenei e Centri di Ricerca e 24 Enti Privati. Ci può dare degli aggiornamenti in merito?

«Il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST n.d.r.) è uno dei 5 centri nazionali di ricerca finanziati dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MIUR) nell’ambito del PNRR secondo un modello che prevede la collaborazione tra accademia e imprese, tra pubblico e privato. Il MOST coinvolge 25 università/enti di ricerca e 24 aziende del settore dei trasporti per collaborare allo sviluppo di infrastrutture e veicoli avanzati, alla promozione di tecnologie e pratiche di mobilità che riducano l'impatto ambientale e migliorino la qualità della vita nelle comunità. Un investimento per lo Stato di 378 milioni di euro che vede coinvolti 700 tra professori e ricercatori strutturati e ulteriori 570 da reclutare in 4 anni, dal 2022 al 2026, per sviluppare progetti e soluzioni di mobilità immediatamente fruibili e altamente scalabili per l’intero contesto sociale del Paese».

 

Guardiamo al domani: la Urban Air Mobility (UAM) diventerà davvero, nel medio periodo, un sistema di trasporto disponibile a tutti?

«Gli studi condotti da diversi istituti di ricerca, tra cui anche il Politecnico di Milano in collaborazione con SEA aeroporti, dimostrano che i velivoli elettrici a decollo verticale (eVTOL n.d.r.) sono pronti per entrare nel mercato della mobilità urbana, e che c’è una domanda pronta ad accoglierla. Sebbene l’iter autorizzativo al volo sia in corso di definizione, non c’è dubbio che nel medio periodo i servizi di UAM potranno trasportare persone oltre che merci; in una prima fase lungo corridoi controllati e principalmente per l’accesso agli aeroporti, successivamente anche per spostamenti in città laddove sia presente un “vertiporto” ».

 

Lei pensa che questa tecnologia sarà disponibile a tutti i cittadini?

«Ciò dipenderà dalle condizioni di mercato: dal numero di vertiporti che verranno realizzati, dal numero di collegamenti e dai prezzi dei servizi UAM che dovranno essere competitivi con quelli delle altre modalità di trasporto. Insomma, non c’è solo un tema di sicurezza, di percezione del volo a bassa quota, e di velocità dello spostamento. Va considerato che il costo di un servizio UAM sarà superiore di due o anche tre volte il costo di corsa in taxi e potrà richiedere anche uno spostamento di accesso al vertiporto. Nel medio periodo, direi che non possiamo aspettarci un cielo affollato di droni».